Torno giusto adesso da un'intensa giornata ad Oxford. È una città, al pari di Londra, maestosa e piena di meraviglie, e che con quell'aria intrisa come di cultura meriterà almeno una seconda e ancor più minuziosa ispezione.
L'eleganza dei laboriosi studenti brulica un po' ovunque e le architetture appaiono favolose, col loro gusto antico e con scritte latine torreggianti qua e là.
E a proposito di latino. Come mi ha detto Owen, amico trovato qui al Braziers Park, in Inghilterra, al contrario che in Italia, in pochi hanno mai studiato lingue "morte" come appunto il latino o il greco antico. Tanto è vero che, mentre lui mi faceva da Cicerone indicandomi i luoghi di maggiore interesse di Oxford, io gli traducevo (per quel che riuscivo) le iscrizioni in cui ci imbattevamo.
Ora, fra le tante cose che potrei raccontarvi ne ho scelta una, perché curiosa e perché riguardante il tema dei libri e non solo. Una delle nostre mete di oggi è stata una libreria, la sconfinata Blackwell. Mi sono smarrito - senza mai perdermi - fra i suoi innumerevoli piani, e ne sono uscito, forse dopo più di un'ora, con due bei libri e una fotografia. Questa:
Ebbene sì, Harry Potter in latino! Non so se piacerà agli amanti della saga di J. K. Rowling, ma pare che negli Stati Uniti, ad esempio, l'idea sia stata più che gradita. Se anche voi avete voglia di cimentarvi in una lettura senza dubbio particolare o se volete mettere alla prova il latinorum abbandonato ai tempi del liceo, è la vostra occasione: potete ordinare i libri in foto direttamente sul sito della casa editrice.
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